le domande e le risposte sul progetto Office Datacenter, il cloud ibrido in Ufficio.
Cos’è il progetto Office Datacenter, il cloud ibrido in Ufficio?
E’ il progetto che mira a semplificare l’approccio e ad abbassare drasticamente il costo per importare nel proprio ufficio la medesima tecnologia impiegata nei data center di tutto il mondo. Il fine è quello di aiutare le piccole e medie imprese a realizzare in proprio ciò che le più grandi aziende hanno già realizzato o stanno realizzando: il Cloud ibrido. Il progetto prevede di ricreare in ogni singolo ufficio o studio le stesse condizioni strutturali presenti nei grandi data center per mezzo di un server Host che ho chiamato MiniVM-Box, pensato per la gestione di ambienti virtuali con l’hypervisor più diffuso al mondo, VmWare ESXi. Il MiniVM-Box offre le medesime garanzie di sicurezza e continuità dei classici server Host ma a costi estremamente più contenuti.
Perché i data center sono così sicuri?
Se mi è consentito sintetizzare, la forza dei data center è tutta nella tecnologia utilizzata: la virtualizzazione. Con questa tecnologia è possibile disaccoppiare l’hardware (i computer) dal software (i sistemi operativi) e condividere le medesime risorse hardware con più sistemi operativi in ambienti del tutto separati detti macchine virtuali. Ciò è reso possibile da un particolare software chiamato Hypervisor. La sicurezza risiede essenzialmente nella possibilità di effettuare backup pianificati a macchine accese prescindendo da qualsivoglia intervento umano e copiare i salvataggi storicizzandoli (la possibilità cioè di avere numerose versioni di un medesimo file) su aree di archiviazione in luoghi fisicamente molto distanti, ricreando le condizioni necessarie per il Disaster Recovery.
Quindi il progetto Office Datacenter, il cloud ibrido in Ufficio, usa la virtualizzazione?
Si. Il progetto si è evoluto attorno al server host, un particolare computer che consente la condivisione delle proprie risorse hardware tra svariati sistemi operativi confinati in singole macchine virtuali. Il server host utilizzato è un computer da me assemblato, che ho chiamato MiniVM-Box, compatibile con l’hypervisor più utilizzato nei datacenter di tutto il mondo.
Che cos’è un MiniVM-Box?
È il server host più piccolo, efficiente, economico e anche elegante in commercio. E’ stato realizzato per avere consumi energetici ridottissimi rispetto a server tradizionali, si possono ipotizzare risparmi nei consumi di energia elettrica attorno all’80%. Con la corretta configurazione un MiniVM-Box può arrivare a sostituire fino a 15 server tradizionali.
Perché un MiniVM-Box e non un altro server host?
Per sfruttare fino in fondo tutti i vantaggi di un server host, solitamente queste macchine, anche nelle versioni più economiche, vengono vendute con costosa componentistica hardware e licenze software, perché devono essere predisposte a poter assolvere a compiti molto impegnativi. Per esempio, il bilanciamento automatico del carico di lavoro o la migrazione “live” delle macchine virtuali in esecuzione da un server fisico all’altro, senza downtime, ovvero senza fermo macchina. Ma tali funzionalità non sempre sono richieste, tipicamente la piccola e media impresa può certamente farne a meno. Non hanno nodi in cluster da gestire. Il MiniVM-Box è l’unico server host che usa componentistica mirata ad escludere tali funzionalità, riducendo drasticamente i costi.
Quale Hypervisor utilizza un MiniVM-Box?
VmWare ESXi dalla versione 5.5 in su. Questo sistema operativo è l’Hypervisor più diffuso nei data center di tutto il mondo ed è possibile utilizzarlo anche con licenza Free, la quale esclude le funzionalità di cui alla domanda precedente. Il MiniVM-Box viene venduto senza sistema operativo, ma con la consulenza per la registrazione, il download, l’installazione e la configurazione di una licenza Free di VmWare ESXi regolarmente intestata all’acquirente inclusa nel prezzo d’acquisto.
Non è possibile acquistare un server host diverso da un MiniVM-Box con licenza Vmware Free pre installata?
La licenza Free preinstallata è espressamente vietata da VmWare. Anche un MiniVM-Box è privo di licenza VmWare free preinstallata. E’ però possibile offrire la consulenza per la registrazione, il download, l’installazione e la configurazione di una licenza Free di VmWare ESXi, ma nessun fornitore di hardware si assume questo onere. Con la licenza Free ogni eventuale problema di configurazione sarebbe a carico dell’acquirente. Infatti VmWare non offre assistenza senza regolare licenza a pagamento, ci si deve arrangiare con l’ampia documentazione on line e le conversazioni nei forum per casi simili. Ergo, nessun produttore di hardware propone un server host privo di licenza VmWare, semplicemente per non creare spiacevoli rimbalzi di responsabilità tra il rivenditore e il cliente finale. Ecco perché la virtualizzazione non è proprio alla portata di tutti, i costi elevati ne fanno una prerogativa delle grandi aziende che possono permettersi economie di scala. Il progetto Office Datacenter, il cloud ibrido in ufficio, ha proprio l’obiettivo di abbassare la soglia d’ingresso riducendo complessità e costi.
Perché il MiniVM-Box usa una licenza free se con tale licenza non è possibile avere assistenza da VmWare?
È proprio questo il punto, riuscire ad avere le competenze per potersi accollare sia le responsabilità del corretto funzionamento dell’hardware che quello del sistema operativo, un solo interlocutore senza i fastidiosi rimbalzi di responsabilità. L’idea è quella di accentrare su di un unico interlocutore sia l’assistenza hardware che l’assistenza software per svincolarsi così dalle ingombranti licenze. Con l’utilizzo delle macchine virtuali non è necessaria la presenza fisica del manutentore nei locali dove risiede il server host, ogni manutenzione software è possibile eseguirla da remoto. Ciò che conta è avere le competenze per poter sostituire l’assistenza VmWare, conoscenze che ho personalmente acquisito e continuo a coltivare nella grande azienda.
Posso acquistare un server Host di una marca conosciuta senza licenza e successivamente installare la licenza VmWare Free?
Sì. Ma il server è sicuramente molto più ingombrante, rumoroso, costoso e poco attento ai consumi energetici di un qualunque modello di MiniVM-Box. Lo consiglio solo nel caso fossero necessarie le licenze a pagamento di VmWare ESXi per gestire le funzionalità avanzate, ma in caso di licenza Free è uno spreco assurdo di denaro perché si acquista dell’hardware che non verrà mai utilizzato che in definitiva funge da “zavorra” per i consumi energetici e non costituisce nessun reale valore aggiunto.
La componentistica di un MiniVM-Box è di qualità inferiore a quella di un qualunque altro server host?
Certo che no. L’hypervisor VmWare ESXi è molto esigente, senza la componentistica certificata, non funziona, quindi è necessario assemblare un computer prestando rigorosa attenzione ai componenti da utilizzare che sono elencati in una dettagliata lista messa a disposizione da VmWare stessa che si chiama HCL (Hardware Certified List). L’unica differenza con altri server host risiede nell’utilizzo di componentistica mirata al risparmio energetico e ridotta all’essenziale escludendo ciò che potrebbe servire per il bilanciamento del carico automatico e la migrazione “live” delle macchine virtuali tra un server e l’altro senza fermi macchina, che per la maggior parte delle piccole medie imprese sono del tutto inutili.
Che garanzie offre un MiniVM-Box?
Un MiniVM-Box, come tutti i computer dei marchi più blasonati, ha la garanzia legale e in più viene offerto il MiniVM-Box di cortesia in caso di guasti per tempi prolungati di riparazione/sostituzione. Tale garanzia si può prolungare nel tempo oltre il primo anno con un costo aggiuntivo, come per tutti i fornitori di hardware.
I guasti hardware che tempi di risoluzione hanno?
Al momento della vendita vengono valutati con il cliente 2 indicatori, l’RTO (Recovery Time Objective) e l’RPO (Recovery Point Objective). In prima istanza per decidere che tipo di politica di backup utilizzare, di riflesso si stabiliscono quali debbano essere i tempi di intervento. l’RTO indica quanto a lungo è possibile andare avanti senza una specifica applicazione se non addirittura senza l’intero sistema prima di avere un danno grave. Se è così alto da dover richiedere interventi inferiori alle 8 ore lavorative (tempi standard di intervento), si propongono da subito le versioni MiniVM-Box ridondate (versioni business del listino), ovvero si eliminano quelli che in gergo si chiamano “single point of failure” cioè i punti di vulnerabilità. Questo stratagemma consente di avere sempre a disposizione un sistema perfettamente funzionante in quanto le probabilità che accada un guasto ai componenti hardware di entrambe i sistemi nello stesso momento sono tendenti a zero. Per rispondere alla domanda iniziale, i tempi di risoluzione possono anche essere inferiori alle 2 ore di lavoro.
Qual è il vero valore aggiunto del Progetto Office Datacenter, il cloud ibrido in ufficio?
Fornire alle piccole e medie imprese tecnologie avanzate di sicurezza dei dati e conoscenze per utilizzarle a prezzi accessibili. Poter individuare facilmente un solo interlocutore di fiducia per l’assistenza hardware, sistemistica e un consulente per la selezione dei servizi cloud più appropriati per le proprie esigenze. In breve abbassare economicamente e concettualmente la soglia di ingresso nel Cloud Computing.