Cos’è il Cloud Computing?

Oggi si parla tanto di Cloud Computing come una delle tecnologie emergenti capace di risolvere tutti i problemi di affidabilità e disponibilità dei servizi di rete, con un rapporto costi benefici inarrivabile da qualunque altra soluzione tradizionale.

Siamo bombardati da informazioni che ci vendono questa tecnologia come l’unica e sola capace di traghettarci verso un futuro più semplice, sicuro ed economico, ma sarà proprio tutto vero?

In parte lo è certamente.

Secondo la mia personale esperienza occorre analizzare bene il significato del Cloud Computing, al di là di ciò che può essere la semplice definizione “da Wikipedia”.

Innanzitutto affidarsi al Cloud Computing significa affidare la propria infrastruttura di storage ed elaborazione dati ad un’azienda esterna identificabile in un data center.

Ma cos’è un data center?

Definizione tratta da Wikipedia:

Punti di forza di un data center sono:

  • Un collegamento affidabile al 99,9%, veloce (almeno 100 Mbps simmetrici) e ridondante.
  • Una grande autonomia energetica in caso di fluttuazioni o assenza di energia elettrica, il che comporta avere, oltre ad un adeguato gruppo di batterie, anche un generatore elettrico a combustibile sufficientemente potente da reggere prolungate assenze di energia dovute a problemi tecnici o ambientali.
  • Qualcuno con conoscenze adeguate sempre disponibile H24 7 giorni su 7 all’interno della struttura per la risoluzione di guasti HW.
  • Rimanere funzionale anche con pochi clienti e poter proporre una gamma ampia di soluzioni scalabili dalla capacità di calcolo allo storage.
  • Un sistema di Disaster Recovery per i sistemi e i dati considerati importanti.

Riflessioni e dubbi

I tecnici del data center hanno potenzialmente accesso ad un enorme mole di dati, tra cui dati sensibili ed eventualmente coperti da segreto industriale.

Si pensi, per esempio, alla sicurezza dei dati: non avendo più sotto controllo l’infrastruttura, dobbiamo fidarci di quanto riferitoci dal nostro provider, contando sulla sua buona fede e sulla buona fede dei propri tecnici.

Perfino l’ex. CEO di HP, Mark Hurd, nell’ormai lontano Ottobre 2009, interrogato sulle possibilità offerte dal Cloud Computing, rispose che:

Si potrebbe dire che non esiste nulla di sicuro al 100% e che ogni affermazione andrebbe dimostrata.

La qualità del servizio

L’infrastruttura di un provider (Data Center) che fornisce servizi Cloud è naturalmente molto complessa; più un sistema è complesso, più diventa difficile comprendere e gestire i rischi sia nelle fasi di implementazione che di gestione e utilizzo.

Essendo impossibile garantire ai clienti che l’infrastruttura sia bug-free, un provider serio dovrebbe necessariamente prevedere un piano di disaster recovery e tale piano è molto dispendioso e necessita di ingenti investimenti.

A tale proposito vi riporto alcuni minuti della trasmissione 2024 di Radio 24 del 12 marzo 2021 (qui il link al podcast originale) in cui si parla proprio di un importante data center di OVH che è andato a fuoco e che non fa altro che confermare quanto sia complesso valutare i servizi Cloud. Di seguito l’estratto dal minuto 27:17.

Il Disaster Recovery →